Visitare il Sikkim nel Nord Est dell'India

Con il fascino coloniale del Darjeeling, le sterminate piantagioni di tè da cui nasce la preziosa bevanda, le montagne color smeraldo, il Sikkim è l'antico regno buddhista alle pendici dell’Himalaya. Un viaggio alla ricerca del silenzio e di sé

Lo stato del Sikkim si trova nella parte nord-orientale dell'India è la meta ideale per gli amanti della natura. Circondato dalle vette himalayane e dai suoi torrenti rigogliosi vanta una ricca scelta tra siti culturali, monasteri, flora e fauna.
Paese delle meraviglie himalayane, il Sikkim è situato ai piedi dell'Himalaya orientale: la natura ha donato a questo stato una bellezza unica. Grazie alla sua varietà di vegetazione e alle sue vallate dove incantate, vanta cinque zone climatiche differenti.
Un ambiente pacifico dove l'ospitalità degli abitanti non potrà che accogliere il turista alla ricerca della pace e della natura.
Tra le sue montagne c'è il favoloso Kanchenjunga, la terza montagna più alta del mondo.
Il Sikkim era un tempo un remoto regno di montagna, governato da Chogyals fino al 1975; Oggi il Sikkim si sta aprendo e sta dimostrando di essere un nuovo incantevole mondo di persone amichevoli e socievoli.

Con il fascino coloniale del Darjeeling, le sterminate piantagioni di tè da cui nasce la preziosa bevanda, le montagne color smeraldo, il Sikkim è l'antico regno buddhista alle pendici dell’Himalaya. Un viaggio alla ricerca del silenzio e di sé stessi.

Il Sikkim il primo stato Indiano interamente biologico
Il Sikkim è il primo stato indiano a essere certificato 100 per cento biologico. Una scelta che ha effetti positivi sull'economia e sulla popolazione. Gli agricoltori del Sikkim guadagnano il 20 per cento in più rispetto a quanto guadagnavano in precedenza grazie alla qualità migliore dei loro prodotti agricoli. I turisti fanno la coda per gustare i raccolti sani e le nuove generazioni stanno diventando sempre più imprenditoriali. Gli affari arrivano da tutto il paese e anche dall’estero.

Il famoso Toy Train della Darjeeling Himalayan Railway un itinerario tra le piantagioni di tè
Ai tempi coloniali Darjeeling era considerata la Saint Moritz dei coloni inglesi, che venivano fin qui per concedersi qualche mese di tregua dall’afa.
La Darjeeling Himalayan Railway (Toy Train), l’ottocentesca linea ferroviaria, nata per il commercio del tè e patrimonio dell’umanità Unesco dal 1999. Oggi è l’attrazione turistica locale, con vagoni di cento anni fa trainati da locomotive a carbone che emettono nuvole di fumo, arrancando sulle rotaie a scartamento ridotto, tra file di bancarelle.
L'itinerario si snoda tra le colline coltivate a tè da New Jalpaiguri a Darjeeling.
Un viaggio unico che rimarrà impreso nella vostra memoria.

Darjeeling, la capitale della regione
Anche Darjeeling, come le vallate di tè che si trovano tutto intorno, è tutta un dislivello, dove si sale e si scende seguendo un intricato dedalo di strade e scalinate ripide che mettono alla prova i polpacci più allenati.
Non esiste un vero e proprio centro della città, ma per lo shopping si va in Nehru Road, la via pedonale.
Da Darjeeling in meno di un’ora d’auto dal centro si sale a Tiger Hill, dove è possibile ammirare uno spettacolare paesaggio sulle vette himalayane.
Nebbia e nuvole offuscano spesso le cime, ma se il cielo è limpido lo spettacolo è memorabile. Al sorgere del sole le montagne si tingono di rosa, mentre la luce illumina una dopo l'altra le vette degli ottomila, dall’impronunciabile Kanchenjunga all’Everest.

Monasteri buddhisti tra le vette del Sikkim
Sotto le cime innevate, la densa vegetazione tropicale si alterna alle risaie coltivate sui crinali delle colline, sormontate dal profilo aguzzo dei monasteri buddhisti che svettano su ogni cima.
Sono più di 250 i monasteri buddisti, di ogni dimensione e tutti attivi. In Sikkim si entra in punta di piedi, come nei templi.
L’atmosfera è serena, come il sorriso dei monaci che si incontrano ovunque, tra i banchi del mercato, in coda per una tazza di tè e persino in motocicletta, a cavallo di rombanti Royal Enfield, con la tunica bordeaux svolazzante.

La strada sterrata si fa sempre più stretta e per arrivare al monastero di Phudong servono nervi saldi, mentre l’auto si aggrappa alle linee verticali del paesaggio. Il primo occidentale a varcarne la soglia fu una donna, la leggendaria viaggiatrice francese Alexandra David-Néel. Era il 1920 e lei, travestita da monaco, attraversò a piedi mezzo mondo, riportando nei suoi diari l’incanto provato di fronte alle “pitture nere” del Sikkim, le misteriose raffigurazioni celate nella parte più segreta di ogni monastero. Solo a Phudong sono accessibili anche ai visitatori e ripagano con la loro misteriosa bellezza la fatica dei pochi turisti che si avventurano fin qui.
Altrettanto suggestivo è Pemayangtse, a 2.200 metri di altezza. Intorno al monastero, l’aria profuma di cardamomo e lunghe file di bandiere di preghiera si muovono nel vento, in contrasto con l’eterna immobilità delle cime circostanti. Costruito nel 1705 dal Lama Latsun Chenpo, conserva dipinti originali e splendidi tanka, antichi disegni su stoffa. Salendo una ripida scala di legno, si entra in una stanza decorata con scene tantriche pudicamente coperte da rettangoli di stoffa. Da qui la vista spazia sulla collina di fronte, dove si scorgono le rovine di Rabdentse, l’antica capitale fiorita attorno al 1670 e abbandonata due secoli fa per fuggire alle armate nepalesi: oggi restano le tracce di tre stupa colossali e mura possenti, inghiottite dalla foresta.

Gangtok, la capitale del Sikkim
Gangtok, la capitale del Sikkim, è adagiata a circa 1600 metri di altezza. La lontananza da vie di comunicazioni importanti l’hanno preservata dal destino di grande agglomerato urbano mantenendola una città tranquilla.
Il verde, emblema di pulizia e ordine, è il re incontrato di Gangtok. Verdi sono le case infilate l’una dietro l’altra nel piccolo centro urbano.
Più che per la sua struttura urbana Gangtok è importante per essere un notevole centro di cultura buddhista tibetana, con un numero di monasteri importanti.

A pochi chilometri dalla città si trova l’incantevole specchio lacustre del lago Tso Lhamo, una lago blu cristallo che attira migliaia di uccelli migratori a circa 4 chilometri dal confine con la Cina.
Il modo migliore per esplorarlo? Partecipando a uno Yak safari, un tour esplorativo in sella al mammifero autoctono degli altipiani tibetani. Oppure più semplicemente scarpinando, prendendo parte ai numerosi trekking.
Ce ne sono veramente per tutti, è ovvio che se si è mediamente esperti c’è da divertirsi.
Più distante da Gangtok nella bella stagione c'è la bellissima Yumthang Valley, a più di 3500 metri d’altezza, conosciuta anche come la valle dei fiori: un tappeto fiorito a perdita d’occhio.

Il tè del Sikkim
La gente del posto dice che “salendo più in alto, le strade peggiorano e il tè migliora”. Fidandosi della saggezza popolare, ci si inerpica verso Pelling dove, con lo sbalzo di altitudine, il paesaggio cambia ancora e le foreste lasciano il posto a colline di un verde acceso in prossimità della Temi Tea Estate, l’unica piantagione di tè del Sikkim.
La raccolta delle foglie è affidata alle donne che, con le loro mani delicate, staccano i germogli gettandoli nei doko, le gerle di bambù intrecciato appese sulla schiena con il namlo, una fascia di cotone colorato fissata sulla fronte.
Sorridono e si scambiano qualche frase in dialetto nepalese, protette da stivali di gomma e grembiuli ricavati dai teloni dei camion, incuranti del tempo che passa e persino dei cobra che si aggirano tra le piante.

Durante l’anno, le nebbie invernali si alternano alle nuvole di petali rosati nel periodo della fioritura dei ciliegi, lasciando intravedere solo a sprazzi le scintillanti nevi di Khangchendzonga, la terza montagna più alta del mondo. Una calma metafisica avvolge queste vallate, dove il tempo sembra scorrere più lentamente, scandito dalle stagioni delle raccolta in una sequenza di gesti antichi, emblema di un Paese in cui la vita non si vive in anni, giorni e nemmeno in ore. In Sikkim la vita si vive per momenti.

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